Disdire l'utenza luce e gas quando si cambia casa: documenti necessari e procedura.

Procedure, tempistiche e costi per disattivare le forniture di luce e gas prima di lasciare casa.

Disdire l'utenza luce e gas quando si cambia casa: documenti necessari e procedura.

Quando si cambia casa una delle prime cose da fare è la disdetta delle utenze di luce e gas. Se si vuole evitare di pagare bollette senza consumare energia, risulta necessario disattivare i contratti attivi di energia e gas. Ma come si procede per chiudere i contratti della propria abitazione? Di seguito una breve guida sui documenti necessari e sui costi che comporta la disattivazione delle utenze.

Documenti utili per disdire le utenze di energia o gas

Per poter chiudere un contratto di luce o gas, sono necessari i documenti seguenti:

  • codice cliente;

  • carta d'identità e codice fiscale del proprietario del contratto;

  • autolettura del contatore (luce o gas);

  • recapito della fattura di conguaglio finale;

  • Pdr: il codice che si trova nella prima o seconda pagina della bolletta, tra i dati relativi alle caratteristiche della fornitura;

  • Pod, l'equivalente del codice fiscale della bolletta: si trova, solitamente, nella parte in alto della bolletta, tra i dati della fornitura;

  • data in cui si desidera disattivare l'utenza.


Costi e modalità di disattivazione

Chiudere un'utenza di energia o gas comporta anche dei costi. Questi ultimi possono variare a seconda del fornitore. Tuttavia, esistono delle categorie di clienti che sono maggiormente tutelate, ovvero hanno un regime tariffario stabilito dall'ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). In questo caso, il costo può ammontare a 23 euro.

Per ciò che riguarda, invece, la procedura di disattivazione dell'utenza, si può scegliere tra diverse modalità: fax, telefono o email, con un preavviso di 30 giorni. La richiesta verrà ricevuta dal venditore entro due giorni lavorativi, mentre la chiusura del contratto avverrà entro cinque giorni dal ricevimento della stessa.

Qualora il venditore non dovesse effettuare la disattivazione entro i termini stabiliti, il cliente ha diritto a un risarcimento. Le tariffe dei rimborsi sono variabili a seconda del ritardo e anche in base al tipo di utenza che si intende chiudere. Per quel che concerne l'energia elettrica, si parte da 35 euro, si sale a 70 euro se il ritardo avviene per il doppio del tempo stabilito, fino ad arrivare a 105 euro. Un po' diverso il caso dell'utenza gas: i clienti in possesso di un contatore fino alla classe G6 possono usufruire di un indennizzo automatico pari a 35 euro.


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