Risparmio energetico in Italia: i dati Enea per il 2017

Scarsa informazione e ostacoli burocratici e finanziari. Ecco cosa blocca lo sviluppo della green economy in Italia.

Risparmio energetico in Italia: i dati Enea per il 2017

Ridurre i costi energetici e adottare delle soluzioni a basso impatto ambientale sono delle pratiche che cominciano a prendere piede anche tra i privati e le imprese, che hanno iniziato a maturare anche una certa sensibilità verso le problematiche ambientali. Nonostante queste premesse i dati del sesto Rapporto Annuale sull'Efficienza Energetica dell'Enea hanno evidenziano numerose problematiche e la presenza di ostacoli burocratici-finanziari nel settore pubblico e una scarsa informazione in quello privato.

Risparmio energetico in Italia: i dati Enea 2017

Il risparmio energetico e l'adozione di soluzioni in grado di ottimizzare l'impiego delle risorse hanno spinto molti italiani ad intraprendere interventi mirati presso le loro abitazioni e luoghi di lavori. La possibilità di accedere al sistema di agevolazioni fiscali previste dagli Ecobonus ha svolto in questo caso un ruolo decisivo.

Secondo i dati relativi agli ultimi tre anni, sono stati intrapresi oltre un milione di interventi mirati al miglioramento energetico per un valore complessivo di oltre 9,5 miliardi di euro di investimenti. Di questi, circa 3,3 miliardi nel solo 2016.

Le diagnosi energetiche e le richieste di agevolazioni fiscali per interventi di perfezionamento energetico hanno raggiunto livelli record non solo tra i privati, ma anche nel settore della pubblica amministrazione e delle imprese. Nonostante queste premesse incoraggianti, il bollettino Enea evidenzia ancora delle grosse lacune per la crescita della green economy in Italia, e soprattutto un forte ritardo rispetto alle altre nazioni europee.

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La situazione delle imprese italiane

Nonostante le agevolazioni fiscali e gli interventi di miglioramento energetico attuati già da molte imprese, i dati Enea evidenziano un forte ritardo del Paese rispetto al resto d'Europa. L'Italia continua quindi ad essere ben distante dagli obiettivi fissati dall'Unione Europea, che aveva chiesto a tutti gli stati membri una riduzione dei consumi energetici del 35-40%.

Oltre alla "pigrizia" e alla scarsa apertura verso l'adozione di soluzioni energetiche alternative, le imprese italiane sembrano trovare maggiori difficoltà nei numerosi ostacoli normativi e burocratici che spesso limitano l'accesso a queste soluzioni. A tutto questo vanno poi a sommarsi la scarsa conoscenza degli strumenti e delle opportunità di risparmio offerte dai vari interventi migliorativi, che potrebbero non solo far crescere il fatturato ma anche rafforzare la crescita di una cultura orientata all'efficienza energetica.

La cultura del risparmio energetico tra i privati

Il risparmio energetico e l'adozione di nuove soluzioni energetiche a basso impatto ambientale, sembrano trovare anche una certa ostilità anche tra i privati che manifestano ancora una certa diffidenza verso l'investimento orientato al risparmio energetico.

Infatti, nonostante l'elevato numero di interventi per il miglioramento energetico già effettuati presso le singole abitazione e i condomini, continua ancora a mancare la maturazione di una cultura green, orientata alla tutela dell'ambiente e delle sue risorse. Un valido esempio potrebbe essere la situazione dei trasporti e la scarsa diffusione dei veicoli elettrici in Italia.

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