Usare le energie rinnovabili nei nuovi edifici? Pochi gli obblighi

In attesa degli interventi del Governo le Regioni possono fare molto per favorire l’uso delle energie rinnovabili.

Usare le energie rinnovabili nei nuovi edifici? Pochi gli obblighi

Grazie al confronto tra le offerte di Acea, Illumia, Enel, Eni, ecc., magari utilizzando un comparatore di tariffe online, è possibile risparmiare molto, proprio sfruttando al massimo la concorrenza tra i gestori dei servizi energetici, anche se questo non avrà molta influenza sullo sviluppo delle energie rinnovabili.

Scegliere una tariffa luce e gas vantaggiosa può servire a risparmiare ma anche con questo metodo non vediamo una concreta attenzione alle energie rinnovabili e all'ambiente in generale. Sembra quindi che l'unico modo per risparmiare sulla bolletta dell'energia elettrica, aiutando anche l'ambiente, sia l'abbattimento dei consumi, magari puntando all'utilizzo delle energie rinnovabili per la soddisfazione del nostro fabbisogno energetico.

Ma qual è in Italia la situazione dell'uso delle energie rinnovabili nei nuovi edifici? Quali sono gli obblighi, i controlli e le sanzioni? Nel nostro Paese, dal momento che i decreti del Governo si fanno attendere, sono le Regioni a decidere se intervenire o meno per favorire l'installazione, ad esempio, degli impianti fotovoltaici nei nuovi edifici.

Come spesso accade, però, l'Italia si trova in ritardo rispetto alle disposizioni del Parlamento Europeo, che ha introdotto precisi obiettivi in termini di rendimento energetico e di obbligo della certificazione degli edifici nuovi e nelle compravendite di quelli esistenti. In realtà l'UE è andata anche oltre: dal primo gennaio 2019, infatti, tutti i nuovi edifici pubblici costruiti in Paesi dell'Unione Europea, e dal primo gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere "neutrali" da un punto di vista energetico, anche grazie all'apporto di impianti che usino energie rinnovabili.

Qualcosa è già stato fatto dal Governo con il Decreto Rinnovabili del 10 Giugno 2012 che impone ai nuovi edifici e nei casi di ristrutturazioni l'obbligo di fare ricorso all'energie rinnovabili almeno per il 50% dei consumi previsti per l'acqua calda sanitaria. Oltre alle rinnovabili termiche il Decreto stabilisce anche vincoli importanti per la parte elettrica dei fabbisogni degli edifici.

La situazione resta comunque molto variegata e differenziata tra regione e regione. Secondo Legambiente, nell'uso delle energie rinnovabili, le realtà negative sono comunque ancora molte: Toscana, Campania, Puglia, Lazio, Umbria, Friuli, Veneto, Marche, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia, Abruzzo non hanno l'obbligo di uso di fonti rinnovabili, ad eccezione di Lazio e Umbria che, invece, hanno pochissimi o poco concreti controlli e sanzioni.

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