La smart city nel Mediterraneo: Napoli e i progetti per l’efficienza energetica

Come possono le città mediterranee diventare smart senza perdere la loro essenza? Il caso di Napoli.

La smart city nel Mediterraneo: Napoli e i progetti per l’efficienza energetica

La sfida dell'efficienza e del risparmio energetico coinvolge ormai i consumatori e i cittadini di tutta Italia. Sono moltissimi i consumatori che mettono i prodotti di Eni a confronto con quelli proposti da Illumia, Enel, Sorgenia e così via per risparmiare sulla bolletta del gas e della luce.

Risparmiare sui costi dell'energia, però, significa anche ottimizzare i consumi: in casa, con una corretta gestione di elettrodomestici, illuminazione, riscaldamento e così via, ma anche fuori casa, ad esempio puntando sulla mobilità elettrica.

In questo senso, un grande aiuto arriva dalle amministrazioni, che possono investire in progetti che incentivino l'uso di energie rinnovabili, della mobilità elettrica e dell'efficienza energetica. Certo, bisogna sottolineare che se questi progetti possono risultare facilmente attuabili in piccole città e comuni, nella città metropolitane richiedono uno sforzo considerevole.

Il punto di vista delle città metropolitane è rappresentato allo Smart Grid Forum da Tommaso Sodano, vice sindaco di Napoli, che apre il suo intervento ponendo, a se stesso e al pubblico, una domanda: qual è l'anima mediterranea della smart city?

Essere smart city, dunque, non significa omologarsi a un modello di città intelligente prestabilito: al contrario, significa rispettare l'anima della città e sfruttare le sue caratteristiche per renderla più vivibile e più a misura d'uomo.

Napoli, perciò, vuole diventare smart senza per questo perdere la sua essenza di città mediterranea e partenopea: questo richiede quindi uno sforzo di gran lunga maggiore rispetto a quello necessario per creare una smart city ex novo. L'esempio in questo senso sono le smart cities che sorgono dal nulla, ad esempio nel deserto dell'Arabia Saudita: sono città progettate ex novo, quindi è più semplice renderle intelligenti, perché non è necessario rispettare strutture preesistenti, magari anche dal grande valore storico.

Tra i progetti più recenti che contribuiscono a rendere Napoli una città più smart c'è il Progetto Ci.Ro: si tratta di una sperimentazione per la mobilità elettrica realizzata in collaborazione con il Miur, che ha realizzato una ricerca con i giovani di Napoli Città Intelligente. Ci.Ro sta per City Roaming: su ogni veicolo, infatti, è presente un software che ha il compito di ottimizzare la circolazione delle auto. Oltre ad un navigatore, il software offre informazioni sul territorio. La prenotazione del veicolo, poi, avviene tramite un'app apposita.

Un altro progetto in via di sperimentazione è OR.C.HE.S.T.R.A. (ORganization of Cultural HEritage and Smart Tourism and Real-time Accessibility): l'obiettivo è sviluppare una serie di soluzioni tecnologiche, rivolte sia ai residenti che ai turisti, che possano valorizzare il patrimonio culturale del centro storico di Napoli, in un'ottica smart e che sia anche ecosostenibile.

Qual è la barriera maggiore al successo di questi progetti? Senza dubbio la mancanza di una corretta informazione che li valorizzi e permetta a tutti di conoscerne il potenziale. Da questo punto di vista, però, Napoli ha compiuto un passo avanti notevole nella realizzazione di un PAES, Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile, molto chiaro e immediato per chiunque voglia consultarlo.

È infatti necessario entrare nell'ottica che questi documenti debbano essere rivolti soprattutto ai cittadini: la semplicità di lettura è quindi il requisito fondamentale ma spesso disatteso. Senza un cittadino informato, infatti, non può esistere una smart city, mediterranea o meno che sia.

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