Energie rinnovabili italiane, quel nemico chiamato GSE

Energie rinnovabili italiane: si chiama GSE, Gestore Servizi Elettrici, e per i tecnici italiani diventa un vero nemico

Energie rinnovabili italiane, quel nemico chiamato GSE

Si chiama GSE, Gestore Servizi Elettrici, e per i tecnici delle energie rinnovabili italiane si trasforma in un nemico per la lentezza delle risposte, le richieste ridondanti e, sovente, anche inutili che rendono farraginose e snervanti le procedure per approvazioni, certificazioni, erogazioni incentivi e quant'altro riguarda le attivazioni di nuovi impianti.

I dati di un'indagine eseguita dall'osservatorio PV Legal e pubblicati da Qualenergia.it rivelano un dato inquietante per le energie rinnovabili italiane: in un progetto di un impianto fotovoltaico le "carte" assorbono il 61-69% dei costi. Inoltre, in Italia, grazie allo zelante GSE, se si vuole realizzare un impianto fotovoltaico da 3KWp utilizzando gli incentivi, bisogna produrre qualcosa come quaranta documenti diversi. In Germania il costo degli atti si aggira intorno all'11-17% ed i documenti da produrre sono solo due. Il paragone è inutile farlo. Siamo dietro duemila anni luce rispetto ai più efficienti cugini tedeschi.

Energie rinnovabili italiane, l'inefficienza del GSE

Che il GSE riesca a snervare anche i progettisti più pazienti e le aziende installatrici più navigate, ormai è un dato di fatto. Ma da un gestore con tali e tante responsabilità, ci si aspetterebbe non solo più efficienza ma anche un pizzico di educazione in più. Intanto se servono aiuto e informazioni, il loro call center non risponde, e se lo fa, i tempi di attesa sono biblici. E per i fortunati che riescono nell'impresa, la risposta è che se si vogliono avere risposte "certificate" è necessario scrivere a rinnovabili@gse.it. Ovviamente chi ha già provato, ha sperimentato che nemmeno qui le risposte sono "certe" e "certificate" perché c'è sempre da "attendere un riscontro in merito".

Riscontri ovviamente che a volte non arrivano mai, e molto spesso arrivano in ritardo. Domande che finiscono ingoiate nel buco nero della loro rete informatica che, a quanto pare, funziona malissimo. Almeno questo denuncia Massimo Venturelli, presidente di ATER, l'associazione dei tecnici delle energie rinnovabili.

Il GSE e la rivolta sul WEB

Sul Web si sono addirittura aperti molti forum che raccolgono esperienze e lamentele di tecnici e utenti contro il GSE. Alcuni raccontano che certe domande sulla sostituzione di pannelli fotovoltaici rotti, non hanno avuto mai una risposta; altri che attendono riscontri da cinque o sei mesi. E, il colmo dei colmi, un utente ha riferito che ha dovuto attendere ben quattordici mesi per il riconoscimento della tariffa incentivante di un impianto. Fanno da contraltare a tutta questa lentezza del GSE, la solerzia e i tempi rapidi in cui si devono produrre certificati mancanti o eventuali documentazioni richieste all'ultimo momento dal Gestore. In alcuni casi il GSE dà l'aut aut di pochissimi giorni, o addirittura ore, pena il rigetto dell'intero progetto.

Insomma, un Gestore Servizi Elettrici che nasce per aiutare e coadiuvare quanti lavorano per lo sviluppo delle rinnovabili, e finisce per mettere i bastoni tra le ruote, è un paradosso davvero tutto italiano.

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