Bollette: quelle del gas saranno più leggere

L'Autorità per l'energia sta maturando la riforma del modo di calcolare il prezzo del metro cubo di metano che porterà tagli del 6-7%.

Bollette: quelle del gas saranno più leggere

Pronto un cambiamento per le bollette del gas per le famiglie italiane e le piccole imprese: a partire dal prossimo aprile, l'Autorità garante dell'energia dovrebbe rivoluzionare il sistema di calcolo del prezzo del metro cubo di metano che interesserà all'incirca un terzo dei consumi nazionali (75 miliardi di metri cubi la stima 2012). Inclusi, cioè, i consumi domestici che subiranno l'effetto di una riduzione del 6-7% in bolletta.

Lo scorso 14 novembre, infatti, l'Autorità ha reso pubblico il "documento di consultazione" secondo il quale le società di vendita del gas e le municipalizzate, dovranno rispondere entro il 3 dicembre, per poi introdurre il nuovo sistema non più tardi del secondo quadrimestre 2013.

La novità ha fatto infuriare non poco i soggetti interessati, infatti, il documento va a toccare gli extra-ricavi finora incamerati dalle aziende grazie ai cambiamenti internazionali ed europei del mercato del gas che in futuro dovranno essere spartiti anche con i consumatori. Si tratta di circa 8 centesimi di euro al metro cubo, ovvero, la differenza fra i 39-40 centesimi del prezzo d'ingresso nazionale e i 31 centesimi del prezzo praticato a livello europeo. La crisi dei consumi, l'abbondanza di materia prima e la pressione sui prezzi ha portato a una maggiore economicità anche nel mercato del gas, che ora vede soffrire i grandi gruppi, come Eni, che perdono margini sulla vendita del gas (importato in Italia con la sottoscrizione di contratti pluriennali), rispetto alle società di vendita al dettaglio che riescono a procurarsi gas ai prezzi europei.

Il punto sta proprio qui: l'Autorità va a toccare quello che le società di vendita, almeno da un paio di anni a questa parte, hanno lucrato su questo differenziale, che ora verrebbe in parte "restituito" ai consumatori.

Ma non tutto è così semplice, poiché oggi i prezzi del mercato europeo sono sì inferiori a quelli contrattuali firmati dai grandi gruppi, ma se si guarda al passato - specie in momenti di tensioni conflittuali, incidenti o eventi eccezionali come il grande freddo dello scorso anno -, i prezzi erano invertiti. Per evitare questa ritorsione sui consumatori, l'Autorità ha anche previsto una forma di "assicurazione" relativa ai prezzi, nel caso quelli di mercato dovessero impennarsi. Ciò implica, che i grandi gruppi dovrebbero volontariamente aderire al sistema di assicurazione, garantendo un tetto che andrebbe ad usufruire dei loro contratti di lungo periodo. Insomma, la riforma si presenta tutta tranne che definita!

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