Meglio il riscaldamento autonomo o centralizzato?

La scelta dell’impianto determina l’andamento dei consumi e la resa energetica, ma comporta anche dei doveri diversi.

Meglio il riscaldamento autonomo o centralizzato?

Scegliere un impianto di riscaldamento efficiente e in grado di assicurare un consumo contenuto di risorse energetiche è senza dubbio un buon metodo per contenere le spese durante la stagione invernale. Il riscaldamento domestico rappresenta infatti una delle principali voci di spesa nei bilanci di molte famiglie, e se gestito in maniera errata, può far crescere di molto gli importi delle bollette del gas. Oltre alla gestione dell'impianto, una variabile molto importante nell'andamento dei consumi è la tipologia dell'impianto, ovvero se autonomo o centralizzato.

Per chi vive nei condomini la presenza di una determinata tipologia d'impianto può rivelarsi fondamentale soprattutto per le conseguenze sui consumi. In genere il riscaldamento autonomo garantisce un margine di risparmio maggiore e offre il grande vantaggio di poter essere gestito in totale autonomia, secondo le specifiche esigenze. Per queste ragioni, tutti gli edifici costruiti dal 1991 sono dotati di impianti di riscaldamento autonomi, oppure di dispositivi individuali di contabilizzazione dei consumi. 

Impianto di riscaldamento autonomo: come funziona?

Come accennato, uno dei vantaggi principali degli impianti di riscaldamento autonomi è proprio la possibilità di poterlo gestire secondo le proprie necessità. Ciò vuol dire che i consumi saranno proporzionali alle ore di funzionamento e alla temperatura impostata (per legge non dovrebbe superare i 20/22°C). Un impianto di riscaldamento autonomo funziona grazie ad una caldaia a metano che, attraverso un sistema di tubature e caloriferi, raggiunge tutte le stanza che compongono ogni singolo appartamento dell'immobile.

Secondo le medie nazionali, per questo tipo di impianto i consumi medi di una famiglia si aggirano tra i 1.000-1.100 metri cubi di gas all'anno, pari a circa 1.000 €. Tuttavia i consumi e il rendimento di un impianto di riscaldamento autonomo, saranno influenzati anche da altri fattori, come: il livello di isolamento dell'immobile, la sua superficie e la qualità degli infissi. Quindi per ridurre i consumi e avere una temperatura interna stabile e piacevole, è necessario curare anche questi aspetti.

Impianto di riscaldamento centralizzato: costi e consumi

Un impianto di riscaldamento centralizzato funziona invece secondo orari e modalità comuni. Anche la data di accensione del riscaldamento è prestabilita e quindi non lascia alcuna possibilità di intervento agli inquilini. Questi impianti funzionano grazie ad un'unica caldaia - in genere alimentata a gasolio o metano - dalla quale partono le tubature che porteranno l'acqua calda fino ai caloriferi di tutte le abitazione.

Il vantaggio di questi impianti è la maggiore efficienza offerta dalle caldaie più grandi, che richiedono quindi un costo più basso a parità di calore erogato. Lo svantaggio riguarda invece i consumi che saranno uguali per tutti. Per fortuna questo problema è stato superato con l'introduzione dei sistemi di regolazione e contabilizzazione individuali, ovvero le termovalvole, che consentono di pagare costi proporzionali ai consumi individuali.

Cosa conviene scegliere tra un impianto di riscaldamento autonomo e uno centralizzato?

Grazie all'introduzione obbligatoria di questi nuovo sistemi di contabilizzazione individuale, gli impianti di riscaldamento centralizzati sono decisamente migliorati e riescono a garantire maggiori opportunità di risparmio. Tuttavia, avere un impianto termoautonomo garantisce un risparmio comunque superiore e consente di tutelarsi dal rischio di doversi accollare delle spese non dovute, soprattutto quando in un palazzo ci sono numerosi condómini morosi.

Da leggere: Manutenzione della caldaia: quali sono i vantaggi?

Un aspetto che potrebbe giocare a favore degli impianti centralizzati è il costo della manutenzione. Infatti per la case dotate con riscaldamento autonomo, la gestione e le spese della manutenzione sono totalmente a carico dell'inquilino che dovrà far visionare l'impianto una volta l'anno da un tecnico specializzato ed eseguire l'analisi dei fumi ed un controllo della canna fumaria due volte l'anno. Per edifici con impianti di riscaldamento centralizzati sarà invece compito dell'amministratore di condominio.

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