Rinnovabili in italia, l’immobilismo costa 55 miliardi

I Costi del Non Fare: la mancata realizzazione di opere in favore delle rinnovabili in italia avrà un costo altissimo

Rinnovabili in italia, l’immobilismo costa 55 miliardi

Abbattere il costo della bolletta attraverso l'innovazione tenologica. Questo è il percorso più battuto e dibattuto in fatto di energia, e si articola in diverse strategie. L'utente può usare il web per porre le tariffe luce e gas più convenienti a confronto e selezionare l'operatore migliore per i propri consumi. Le nuove leggi sulla tematica hanno liberalizzato la concorrenza e agevolato i cittadini verso la nuova logica della scelta responsabile. E sempre in tema di scelte rsponsabili legate ai consumi, non si può non fare riferimento alle risorse rinnovabili.

La possibilità di mettere i prezzi Enel a confronto con quelli di Edison o Eni spinge il cittadino a informarsi, a valutare con maggior consapevolezza, ad avvicinarsi alla tematica con un approccio più costruttuivo. Sarebbe però fondamentale che a dare le più immediate e impattanti risposte fossero i governi; le rinnovabili in italia, però, non hanno prodotto le risposte che ci si attendeva e non sembra che le cose possano cambiare in futuro, almeno secondo una ricerca di I Costi del Non fare.

L'Osservatorio del CNF prende in esame le spese e gli sprechi generati dall'arretratezza delle infrastrutture, i costi portati in dote da ritardi tecnologici e l'incapacità di pianificazione delle amminstrazioni. I dati dell'ultimo osservatorio sono eloquenti e descrivono una situazione di sconcertante immobilismo. Esso costerebbe all'Italia, in termini di mancato abbattimento degli sprechi e in carenze strutturali, oltre 800 miliardi di euro, dei quali 124 interessano il settore energia.

In particolare, nel periodo 2014-2030, le rinnovabili in Italia pagheranno, causa obsolescenza delle infrastrutture e mancata innovazione, circa 55 miliardi di euro. Le grandi opere di cui abbisogna il Bel Paese - e che invece non sono in programma - riguarderebbero principalmente il comparto elettrico e la mancata sostituzione di produzioni termoelettriche, le quali portano alla dissipazione (evitabilissima) di 24 MW di energia elettrica.

A ciò vanno sommati ulteriori 14 miliardi di euro di costi del non fare dovuti all'assenza di infrastrutture adeguate nel settore distribuzione e installazione di reti elettriche, nonstante un massivo dispiegamento di risorse economiche ne settore. Spendere di meno per spendere di più sarebbe, stando a quanto diffuso da CNF, la logica autodistuttiva che regna in Italia, con la speranza che possa giungere - prestissimo - un'inversione du tendenza.

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